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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 17 novembre 2017

CAOS SULLE STRISCE BLU


Reazioni ufficiali da parte dell’Amministrazione Raggi non ce ne sono state segno evidente che l’annuncio della nuova delibera sulla sosta tariffata anticipato a Il Tempo dal presidente della Commissione Mobilità, Enrico Stefàno, non è certo una sorpresa.
Sulla rete i commenti sono nella quasi totalità negativi: per uno che sostiene le idee dell’Amministrazione grillina altri nove esprimono ben più che scontento. Si va da un ironico “ma nel garage posso sta’ tranquillo o me le mettono (le strisce blu, ndr) pure là” ad un più concreto “mi sembra solo un modo di spillare soldi”. O, ancora: “poi metterei anche gli autovelox in città”, “sta imparando a fare il sindaco, dopo le strisce blu, gli autovelox per fare cassa, poi cambio di limite di velocità ogni 4 o 500 metri”. 


Insomma, i romani non hanno accolto bene l’idea di allargare le aree soggette a sosta tariffata; incrementarne il costo fino a 3 euro; includere nelle strisce blu (calmierate a 50 centesimi) anche gli ospedali; cancellare, almeno in alcune zone, tanto il mini abbonamento da 4 euro per 8 ore di parcheggio quanto la riserva del 20% di posti auto gratuiti e ridurre a una sola le due targhe esentate dal pagamento per nucleo familiare residente. 


Anche la politica non lascia passare sotto silenzio le idee dell’Amministrazione capitolina. "Quando c’è da mettere le mani nelle tasche dei romani i 5 Stelle sono sempre i primi, ma in materia di trasporto pubblico in 17 mesi hanno fatto solo danni”, dice il capogruppo di Fratelli d’Italia in Campidoglio, Fabrizio Ghera, che aggiunge: è “un modo per fare cassa e colpire i cittadini”. Gli dà manforte il collega di partito, Andrea De Priamo, vicepresidente del Consiglio comunale: “Se davvero i grillini tradurranno gli annunci dell'assessore ombra alla Mobilità Enrico Stefàno in atti concreti siamo pronti ad una grande battaglia alla quale chiameremo i cittadini indignati”. Anche il Pd fa sentire la sua voce: “Allargare le strisce blu su quasi tutta Roma troverebbe una ratio solo se in questi due anni il trasporto pubblico fosse migliorato”, afferma la consigliera comunale Ilaria Piccolo che ricorda come anche Marino tentò un’operazione simile “cui il TAR si oppose bocciando le modifiche proposte”.

E le strisce blu romane approdano anche alla Camera, con la vice capogruppo della Lega, Barbara Saltamartini che dice: “Cara Raggi, se le metti noi le cancelliamo. È assurdo che dopo lo zero fatto fino ad oggi, la Raggi si svegli per varare un provvedimento che è una stangata per i romani. Ennesima conferma che Pd e M5S sono uguali, sempre pronti a fare cassa con i soldi dei romani”.



In origine fu la sentenza 218 del maggio 2008 del Tar: Gianni Alemanno era diventato sindaco di Roma esattamente da un mese e da soli 11 giorni aveva nominato la sua Giunta dove l’avvocato Sergio Marchi ricopriva il ruolo di assessore alla Mobilità. Il 28 maggio si abbatté la sentenza del Tribunale amministrativo che annullava parzialmente la vecchia delibera Veltroni 104/2004 che allargava le strisce blu a dismisura. 
E il Comune non fece ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza. 
Per cui la sentenza divenne definitiva stabilendo che sono necessari “studi con dati obiettivi” per stabilire che “il numero dei parcheggi sia commisurato al fabbisogno effettivo”, rispettando le “esigenze dei residenti”. Inoltre, il Tar ritenne “illegittima la violazione, da parte dei Comuni, dell'obbligo di istituire zone di parcheggio gratuito e libero in prossimità di aree in cui è vietata la sosta o previsto il parcheggio solo a pagamento”.

Non ricorrere al Consiglio di Stato fu una mia decisione”, racconta oggi l’ex sindaco, Gianni Alemanno. “Io decisi di cavalcare questa sentenza del Tar per ridisegnare completamente il sistema della sosta tariffata su strada”.
E fu la Giunta Alemanno, infatti, a varare l’attuale sistema che, dal 2008, ha resistito già al tentativo di Ignazio Marino di cambiarlo. Un tentativo che si è infranto, di nuovo, sui Tribunali Amministrativi.
L’idea che il presidente della Commissione Mobilità, Enrico Stefàno, ha annunciato non tiene conto che dalla crisi economica ancora non siamo fuori e che non sarebbe un modo per privilegiare il trasporto pubblico ma solo uno schiaffo in faccia ai romani. Le cosiddette aree di pregio altro non sono che le vie dello shopping e degli uffici: la maggioranza delle auto che vi sostano sono dei commessi e degli impiegati che, magari, vengono dall’estrema periferia della città dove non ci sono adeguati mezzi pubblici. Aumentare il costo orario delle strisce blu e cassare il mini abbonamento da 4 euro per 8 ore di sosta significa colpire queste categorie, far pagare loro un costo extra per andare a lavorare. Noi saremo in piazza a guidare la rivolta” afferma ancora Alemanno.

Dopo la sentenza del Tar, le strisce blu rimasero sospese in città per 110 giorni fino al 15 settembre. Con le immancabili polemiche: l’allora opposizione di centrosinistra che accusava l’Amministrazione Alemanno di insensibilità, di favorire il traffico e danneggiare l’ambiente e, soprattutto, di danno erariale per i mancati introiti.

Anche la Corte dei Conti mi mise sotto indagine - racconta l’ex Sindaco - per danno erariale. Ovviamente sono stato assolto e l’inchiesta archiviata. E, ovviamente, in quei mesi sono stato sottoposto a una forte pressione mediatica della sinistra che sosteneva una sorta di lotta fra il trasporto pubblico e quello privato. Il Movimento 5Stelle, con questa idea delle strisce blu in tutta Roma, eredita questa contrapposizione per altro fondata sul falso assioma che il trasporto privato finisce per ostacolare quello pubblico. Il problema continua a essere che si ricorre al trasporto privato proprio perché quello pubblico è inefficiente”.


A questo punto, secondo Alemanno, “I 5Stelle devono dotare Roma di un sistema di trasporto pubblico efficiente prima di mettere mano alle strisce blu che devono rimanere così come sono. L’unica strada percorribile è quella, con le opportune verifiche, di costruire parcheggi sotterranei”.


La sentenza del Tar dice che nessuna modifica alla regolamentazione delle strisce blu nella capitale potrà essere adottata senza la partecipazione degli utenti”. In una nota il Codacons rivendica il suo diritto ad essere coinvolto nelle decisioni sulla tariffazione della sosta: “è stato riconosciuto dal Consiglio di Stato parte nei procedimenti relativi alla definizione dei parcheggi a pagamento di Roma, dopo i ricorsi vinti dall'associazione che portarono sotto la giunta Alemanno alla cancellazione di tutte le strisce blu nella capitale”.
E il Comune farebbe bene a pensarci, visto che fu proprio un ricorso del Codacons, accolto dal Tar, contro la delibera Veltroni 104/2004, a determinare il cataclisma del 2008 che portò il sindaco Alemanno a riformare la sosta tariffata inserendo la quota del 20% dei posti anni gratuiti e il mini abbonamento da 4 euro per 8 ore di parcheggio, entrati nel mirino della futura “riforma Raggi”. 
E Carlo Rienzi, presidente del Codacons, a Il Tempo dice: “Noi abbiamo la titolarità a discutere con l’Amministrazione comunale e siamo pronti a confrontarci con il sindaco, Virginia Raggi, l’assessore alla Mobilità, Linda Meleo, e il presidente della Commissione, Enrico Stefàno. Prima, però, va interrotta la tolleranza della Polizia Municipale verso la sosta davanti i cassonetti, in doppia e tripla fila. Il Codice della Strada va fatto rispettare, questo prima ancora di tutto. E, in ogni modo, le strisce bianche non si possono eliminare. Anche perché non è vero che aumentare il costo della sosta si traduce in meno macchine in centro: significa solo che in centro finiscono per entrare solo quelli che possono permetterselo”.
E, infatti, la nota del Codacons ribadisce ufficialmente: “Il Sindaco Raggi e il consigliere Stéfano devono convocare il Codacons e far partecipare l'associazione alla definizione della nuova delibera, in rappresentanza dei cittadini romani. In nessun caso sarà possibile eliminare i parcheggi gratuiti perché ciò contrasterebbe con le norme del Codice della Strada, e anche eventuali incrementi tariffari dovranno essere decisi quartiere per quartiere, attraverso una dettagliata istruttoria che individui le zone con particolari criticità sul fronte del traffico e della viabilità”.
Ancora Rienzi: “Le norme che regolano le strisce blu, Codice della Strada, circolari del Ministero dei Trasporti, regolamenti comunali, sono piuttosto stringenti. Qualsiasi delibera che non terrà conto di ciò e che non prevederà la presenza del Codacons alla sua redazione, sarà impugnata al Tar del Lazio e verrà annullata esattamente come le precedenti”. 



La riforma del sistema della tariffazione della sosta, anticipata a Il Tempo dal presidente della Commissione Mobilità del Campidoglio, il grillino Enrico Stefàno, contempla la possibilità che nella futura nuova delibera quadro che ridisegna il sistema dei parcometri, possano essere cancellati due elementi introdotti dalla Giunta Alemanno in seguito alla sentenza del Tar del 2008. Il primo è il mini abbonamento da 4 euro: inserendo tutti insieme 4 euro nel parcometro, viene consegnato dalla macchinetta un tagliando valido 8 ore consecutive. Il secondo elemento è la riserva del 20% dei posti auto “bianchi”, cioè gratuiti. Alemanno li istituì con due criteri: il primo la diffusione sul territorio, cioè evitare la concentrazione di questi stalli gratuiti tutti insieme ma sparpagliarli sulle strade. Secondo criterio: le auto possono sostare, con il disco orario, solo tre ore. Poi sarebbero obbligate ad andarsene.
La cancellazione di questi due elementi più la riduzione da due a una sola targa per nucleo familiare esentata dal pagamento del parcometro, potrebbe comportare per i romani un aggravio assai consistente delle spese da sostenere.
Non bastassero il bollo di circolazione (la tassa di possesso) e l’assicurazione, in città si rischierebbe di dover ricorrere a un garage privato - altissima la probabilità che possano aumentare vertiginosamente i costi che oggi oscillano per vettura fra i 100 euro fino anche a 250 euro in alcune zone di pregio e prive di posti auto su strada - oppure alla necessità di dover pagare l’abbonamento mensile. Settenta euro, tanto è il costo per poter parcheggiare la propria auto in strada, sulle strisce blu, senza il rischio di beccarsi una multa di 41 euro se non si paga e di quasi 29 se è scaduto il ticket del parcheggio. 

Settanta euro al mese per ogni veicolo oltre il primo: un totale di 840 euro annui, praticamente il costo di un’assicurazione (neanche troppo a buon mercato). 
Difficile quantificare le alternative: le strisce blu sono attive dalle 8 di mattina praticamente tutte, fino alle 18, alle 19, alle 20, alle 23 o anche alle 3 di notte, a seconda delle zone e dei quartieri, più o meno tutti i giorni, con l’esclusione della domenica. Tranne alcune aree all’interno della Ztl a 1,20 € l’ora, il costo è di 1 euro ogni 60 minuti. Coprire integralmente il costo massimo con i ticket potrebbe arrivare a costare anche circa 5mila euro l’anno. Una cifra improponibile.   





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