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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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venerdì 12 gennaio 2018

CONSIGLIO: PROTESTA MULTISERVIZI E TABÙ RIFIUTI, LO PSICODRAMMA GRILLINO


Multiservizi e rifiuti, più la riforma dello Statuto: menu della caldissima seduta di ieri del Consiglio comunale. 
5Stelle che tentano di centrare la seduta sullo Statuto, bocciando le richieste di inversione dell’ordine dei lavori sia per Multiservizi che per i rifiuti. Poi, con le proteste vibranti dei lavoratori Multiservizi presenti in massa in Aula, un livido presidente dell’Assemblea, Marcello De Vito, capitola e, insieme ai suoi consiglieri, interrompe a metà mattinata le chiacchiere sullo Statuto per parlare della crisi di Multiservizi. 
Va in onda lo psicodramma 5Stelle, prontissimi in campagna elettorale a promettere la luna ai lavoratori e facendo la consueta giravolta giunti al potere.  
Inizia l’assessore alle Partecipate di Roma, Alessandro Gennaro: “ho inviato una nota ad Ama, sto chiedendo un incontro con la presidente della Multiservizi” e fine qui. 
Banchettano le opposizioni: Stefano Fassina (Sinistra), Valeria Baglio (Pd), Fabrizio Ghera (FdI) di fronte a tanta pochezza assurgono al ruolo di statisti. Il senso è: “Multiservizi è al 51 per cento controllata da Ama, dal Comune di Roma, e lei ci sta dicendo che ancora non ha parlato con la presidente di Roma Multiservizi e non sa neanche se le procedure siano state correttamente vagliate. Avete promesso che si sarebbero tutelati i lavoratori, fermatevi e troviamo una soluzione che qualifichi i servizi e tuteli davvero i lavoratori”. 
E i 5Stelle che arrancano: “I vertici hanno tradito gli accordi, è vero abbiamo fatto promesse ma non era la strada giusta”. 
Alla fine, ovviamente, i 5Stelle in blocco votano contro le proposte delle opposizioni e si approvano da soli il loro ordine del giorno che impegna la Raggi a sostituire l’Ad di Multiservizi, passandolo in capo all’Ama.
Seduta che prosegue, con mille interruzioni sullo Statuto (la proposta non passa in prima lettura non raggiungendo i 2/3 dei voti favorevoli) poi sulle mozioni. Dalle 6 alle 8 di sera salta in continuazione il numero legale: magari per mettere la sordina al consiglio sui rifiuti. Che, finalmente, si apre alle 8 e 20, con il Pd che abbandona l’Aula per protesta verso il ritardo e con la relazione dell’assessore Montanari che in sintesi è “questa città non è sommersa dai rifiuti ma ha delle criticità strutturali, i cittadini ci scrivono che sono contenti, stiamo facendo bene”. 
Del resto, era la stessa Montanari che a Roma i topi non li ha mai visti. 
Ovviamente, mirabolanti promesse sulla raccolta differenziata che risolverà tutti i problemi e che la colpa è della Regione e “dateci il tempo” che “operiamo nel rispetto della legalità”. Insomma, se Roma non affoga di rifiuti è perché il governatore dell’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, annuncia l’ok a ricevere la mondezza romana: 39 mila tonnellate (che si aggiungono alle 40 mila annue derivanti dalla precedente intesa del 2014) che saranno trattate per un periodo limitato di 90 giorni nelle tre strutture di Chieti, Sulmona e Aielli. Un accordo, questo che, unito a quello con Rida Ambiente di Aprilia, potrebbe allontanare lo spettro di una crisi rifiuti stile Napoli. 

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