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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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giovedì 11 gennaio 2018

SU SPELACCHIO INDAGA L'ANAC


Fino a tutt’oggi torreggerà ancora a piazza Venezia, spoglio, tristo e misero pur con tutti gli addobbi argentati che il Comune gli ha appiccicato addosso senza, per altro, migliorarne l’aspetto. Ma per il povero Spelacchio - assurto a simbolo della spettacolare capacità dei 5Stelle di mortificare perfino il Natale - continua  a non esserci pace. Questa volta è il turno dell’Autorità Anticorruzione di Cantone, l’Anac, che, dopo una verifica condotta a seguito di un esposto, sentenzia: il Comune di Roma ha affidato il servizio grosso modo alla stessa cifra per la quale nel 2015 allestì due abeti e, in più, nel corso degli ultimi tre anni il servizio di trasporto, posizionamento e rimozione dell'abete è stato sempre affidato alla stessa ditta, senza rispettare il principio di rotazione.
Insomma, l’ennesima figuraccia di un’Amministrazione incapace di fare le cose per bene, neanche a Natale.
L’Anac ha inviato nei giorni scorsi tutta la documentazione in Campidoglio chiedendo di fornire chiarimenti entro 30 giorni sul contratto e sulle spese. 
L’esposto a Cantone era partito dal Codacons e ha portato l’Autorità a verificare le procedure di affidamento degli ultimi tre anni. 
In sostanza, l’Anac ha fatto un raffronto fra gli addobbi degli scorsi anni e i costi sostenuti dal Comune: nel 2015, per due alberi da circa 22 metri da posizionare in due zone della città tra cui piazza Venezia, l'affidamento del servizio di trasporto, posizionamento e successiva rimozione e smaltimento dei due alberi aveva un importo di partenza di 38 mila euro più oneri di sicurezza e Iva e se la aggiudicò la Ecofast Sistema con un ribasso intorno al 20%. 
L’anno scorso, la procedura riguardò un solo albero della stessa altezza ma si partì come base di gara da un importo molto più basso, di poco superiore agli 11mila euro più oneri e Iva, al punto che nessuna ditta rispose e molti segnalarono che la cifra era troppo esigua per il servizio richiesto. Siccome Natale pero' era ormai alle porte, si decise per una procedura d'urgenza in affidamento diretto sempre alla Ecofast per una cifra di poco superiore ai 12mila euro più oneri e Iva comprensiva però solo del trasporto dal comune di provenienza e posizionamento. 
E l’anno scorso l’albero di piazza Venezia era così bruttino da meritarsi il soprannome di “Povero Tristo”. Chi sperava che quest’anno le cose migliorassero è rimasto deluso: siamo passati da “Povero Tristo” a “Spelacchio”. Solo che quest’anno il servizio è andato, in trattativa diretta, allo stesso operatore economico che lo aveva avuto nei due anni precedenti. Pagando però quasi 50mila euro: il servizio è stato pagato 37mila e 700 euro più oneri e Iva (ecco come si arriva ai quasi 50mila euro), in pratica assegnato senza nessun ribasso. Tutto questo, secondo Anac è in contrasto con il principio di rotazione previsto dal codice degli appalti per le procedure sotto soglia (gli affidamenti diretti) anche perché, rileva l’Autorità, l’importo è di fatto lo stesso del 2015, quando però gli abeti erano due.
Oggi è prevista la macabra festa per lo smontaggio del povero Spelacchio che, nella visione pentastellata diventerà una "Baby little Home", una casetta in legno per consentire alle mamme di accudire i propri bambini con fasciatoio, poltrona per l'allattamento e tavolino da gioco per i piccoli.
E, ancora una volta, sul corpo del povero Spelacchio si consuma lo scontro politico: il candidato premier dei 5Stelle, Di Maio, spara addirittura un “aumento del 10 di turisti a piazza Venezia”, neanche esistesse un conta turisti nella piazza! E, ovviamente, si tira dietro gli sberleffi del resto del mondo politico “inventa torpedoni” (Piccolo, Pd) e “il mondo ci ha riso dietro per esser incapaci perfino di mettere nella Capitale un bell'albero di Natale” (Giorgia Meloni, FdI).

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