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In questo blog mi dedico a guardare con occhio maliziosamente indipendente ciò che accade a Roma - e qualche volta anche nel resto del mondo - soprattutto attraverso ciò che della mia città raccontano i quotidiani. Generalmente prendo in considerazione i tre quotidiani più importanti per vendite e diffusione nella Capitale: Corriere della Sera, La Repubblica e il Messaggero. A volte troveranno spazio anche gli altri quotidiani, la cui lettura è comunque sempre accurata.

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lunedì 16 aprile 2018

IL CODACONS RICORRE AL TAR ANCHE CONTRO LO STADIO


Alla fine è arrivato: il ricorso dell’immancabile Codacons contro il progetto dello Stadio della Roma di Tor di Valle. Depositato al Tar e annunciato alla stampa con una lunga nota, l’associazione dei consumatori guidata da Carlo Rienzi - la stessa che presentò ricorsi anche contro il progetto Della Valle per il restauro del Colosseo poi respinti in tribunale - ha impugnato “tutti gli atti amministrativi relativi alla realizzazione dell'opera, chiedendone l'annullamento alla luce sia di evidenti profili di illegittimità, sia dei costi a carico della collettività legati ad infrastrutture accessorie allo Stadio che saranno interamente finanziate dai cittadini”. 
Una lunga nota del Codacons spiega: “La Determinazione G18433 del 22 dicembre 2017 (quella che chiude la Conferenza di Servizi con tutte le prescrizioni, ndr), nonché le successive note oggetto di impugnazione, sono assolutamente illegittime poiché assunte dall'Amministrazione regionale in aperta violazione delle norme in materia di conferenza di servizi”. Questa illegittimità, secondo il Codacons, è determinata dal fatto che “l'Amministrazione regionale ha demandato alle Amministrazioni interessate la verifica della documentazione progettuale rispetto all'ottemperanza delle prescrizioni impartite”. Questo passaggio trasformerebbe, per il Codacons, “la stessa conferenza di servizi da luogo di semplificazione in strumento per dilatare il processo decisionale” visto che  “la conferenza di servizi approva infatti un progetto che non può certamente dirsi “definitivo”, demandando ad un termine indefinito (in sostanza sine die) la conclusione della conferenza di servizi stessa”.
Un rilievo, questo del Codacons, che non preoccupa minimamente la Regione che lo ritiene già superato. 
Poi si entra più nel merito: per il Codacons “Non si comprendono le ragioni per cui (il Ponte di Traiano, ndr) si debba realizzare con soldi pubblici essendo a completo beneficio di un'attività commerciale di una società, peraltro, quotata in Borsa”.
Peccato che il Ponte di Traiano, chiacchiere dei ministri Lotti e Delrio a parte, sia stato cassato dal progetto e che, quindi, non lo pagherà nessuno perché alla fine non verrà realizzato. 
Ma, per il Codacons, non  basta: “si apprende  che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta valutando la possibilità di finanziare la nuova infrastruttura (il Ponte di Traiano) con fondi Cipe. Dunque un'opera interamente privata (comprensiva di un centro commerciale) finanziata da fondi pubblici che potrebbe dare il via ad una serie di richieste future dei privati di farsi finanziare la propria opera mediante soldi pubblici, dato il precedente dello Stadio della Roma”. 
Un ricorso presentato senza urgenza e senza richiesta di sospensiva, buono per guadagnare al Codacons un po’ di visibilità mediatica. 
Ancora il Codacons si concentra sui tempi: “allo stato attuale, si prevede che lo Stadio possa essere realizzato entro settembre 2019, con contestuale apertura, mentre, il potenziamento della ferrovia Roma-Lido con rifacimento della stazione di Tor di Valle (intervento da ben 260 milioni di euro finanziato dalla Regione Lazio) sarà realizzato in maniera indipendente dalla costruzione dello Stadio e altrettanto indipendenti saranno la costruzione del Ponte dei Congressi e la costruzione del Ponte di Traiano". 
Detto che il Ponte di Traiano non c’è nel progetto, detto che lo Stadio non aprirà mai per settembre 2019, il Codacons dimentica che la Stazione di Tor di Valle sarà oggetto di intervento da parte dei proponenti in aggiunta a quello della Regione ma che i progetti del Ponte dei Congressi e del potenziamento della ferrovia Roma-Lido sono totalmente avulsi dallo Stadio, gestiti da altri soggetti, con finanziamenti indipendenti e che, quindi, non possono essere posti in relazione con lo Stadio stesso. 

CAPANNELLE, DIETRO FRONT DEL CAMPIDOGLIO: TENETE LE CHIAVI



venerdì 13 aprile 2018

PARCO LEONARDO, MONTINO GIOCA AL RIBASSO


La Convenzione urbanistica (il contratto fra il privato e il pubblico) scadeva nel lontano novembre 2013, prorogata fino a novembre 2016. Ma solo un mese fa il Comune di Fiumicino - che il 10 giugno prossimo andrà al voto per l’elezione del Sindaco e del nuovo Consiglio comunale - ha chiuso un nuovo accordo per completare le opere di urbanizzazione di Parco Leonardo
Un accordo decisamente al ribasso: delle opere inizialmente previste per un ammontare in termini economici di circa 137 milioni di euro, ne sono state realizzate più o meno la metà: strade, fogne, illuminazione, verde, depuratore, nuova stazione sulla ferrovia per Fiumicino Aeroporto, il complesso scolastico dal nido alle medie e lo svincolo sull’autostrada salvo una rampa con cavalcavia a via delle Arti. Rimanevano da fare: parcheggi, due strade, la ristrutturazione di un viadotto, una idrovora con annessa vasca per le acque piovane, il cavalcavia di via delle Arti più l’illuminazione e la riqualificazione di via Portuense, la chiesa, il centro sportivo, quello medico, il complesso amministrativo, il centro congressi, il centro sociale e un parcheggio multipiano da 7mila metri quadri. 
Di riscuotere le fidejussioni a garanzia di questi lavori, ovviamente, non se ne parla. Anzi, un anno, quattro mesi e 17 giorni dalla scadenza dell’ultima proroga della Convenzione, è stato impiegato dal Comune guidato dal piddino Esterino Montino per effettuare la “ricognizione dello stato di attuazione delle convenzione” e predisporre un nuovo programma di lavori. 
Via il centro amministrativo, quello medico e il centro sociale: il Comune si accontenta di acquisire “locali commerciali già realizzati e inseriti nel contesto urbano già abitato” in cui inserire queste opere che, quindi, non saranno costruite ex novo. Via, poi, la chiesa, il parcheggio multipiano e il centro sportivo. 
L’elenco delle opere rimaste a carico del costruttore - il Consorzio Sistema Polifunzionale Integrato (SPI) del Gruppo Leonardo Caltagirone - si fa piuttosto esiguo: poco meno di 4,2 milioni di euro di valore: illuminazione e ciclabile sulla Portuense con sua riqualificazione, sistemazione del parco di via Copenhagen, parcheggio a raso della stazione metro, ampliamento della scuola elementare. A questo investimento, vanno aggiunti altri 2,4 milioni di euro di valore dei locali commerciali sfitti che il Comune si prende per farci i centro sociale, amministrativo e scuola di formazione. Totale, circa 6,6 milioni. La fidejussione iniziale, del 1998, era di 125,8 milioni di euro.

ROMA APPIA RUN: PER IL CAMPIDOGLIO RESUSCITA ABEBE BIKILA

I miracoli del Capidoglio a trazione 5Stelle: resuscitare i morti. 
Per chi non lo sapesse, Abebe Bikila - il maratoneta etiope che vince la maratona dei Giochi Olimpici del 1960 a Roma, scomparso nel lontanissimo 1973 - torna in vita. E correrà, come “guest star” la Roma Appia Run in programma questa domenica, 15 aprile. 

No, non stiamo scherzando. Questi sono i prodigi della Raggi e della sua Giunta certificati da un comunicato sul sito istituzionale del Comune: 



PALLOTTA: "STADIO SUBITO O VADO VIA"



Il messaggio di James Pallotta è piuttosto chiaro: pazienza agli sgoccioli, se non proprio finita. Il Presidente della Roma, appena atterrato nella Capitale, non si lascia pregare e manda messaggi precisi alle Istituzioni, Campidoglio in primis. L’iter dello Stadio "sta andando avanti e ho degli incontri proprio su questo. In fin dei conti, se non accelerano il tutto non avremo uno stadio e noi non saremo qui. I tifosi - dice il Patron giallorosso - dovrebbero dire alle istituzioni di accelerare. Siamo vicini alla chiusura, ma se tutto va oltre il 30 giugno, o luglio, ci vorrà un altro anno e non avremo uno stadio. Abbiamo già speso più di 60 milioni sullo stadio, nessuno sa questo. Si parla dei soldi per il mercato dei calciatori, ma c'è altro. Sono stati spesi 65, se non 70 milioni per lo stadio. Non si può continuare a spendere soldi così quando non hai un ritorno in cambio quindi abbiamo bisogno di uno stadio e in tempo. È molto facile”.
Non è la prima volta che Pallotta alza la voce in prima persona: era già successo nell’estate dello scorso anno (“Senza stadio vendo la Roma”) e, ancora, a febbraio 2017, poco prima dell’accordo Raggi-Baldissoni sul nuovo progetto senza torri (“Senza stadio via tutti i big”). Ogni volta che Pallotta parla, in Campidoglio sale la pressione. Basti pensare a quando la Roma fece intervenire prima Spalletti e poi Totti e mezza squadra (“Famo ‘sto stadio”): i 5Stelle andarono sotto e si resero conto di dover chiudere al più presto la partita. 

Il Campidoglio, ieri,  ha diffuso una nota ufficiale che conferma tutte le analisi e le indiscrezioni de Il Tempo, a partire dalla data del prossimo giovedì 12 come avvio delle procedure: “Il prossimo giovedì 12 aprile il progetto verrà pubblicato sulle edizioni locali dei principali quotidiani nazionali, Il provvedimento sarà inoltre depositato in formato digitale all'Albo Pretorio fino al 12 maggio 2018. Chiunque ne fosse interessato potrà presentare eventuali osservazioni relative alla variante urbanistica entro l'11 giugno 2018, ovvero a 60 giorni dalla pubblicazione dell’avviso”.

Nel frattempo - per quanto con lo Stadio abbia un’attinenza assai limitata - il Consiglio comunale, con 23 voti favorevoli e 4 astenuti, ha approvato la delibera sul Ponte dei Congressi. In sostanza, è la variante urbanistica necessaria all’avvio del progetto, che prevede una nuova localizzazione del Ponte alcuni interventi sul Tevere, piste ciclabili e le rampe di connessione alla futura via del Mare/Ostiense unificata, intervento fra quelli di pubblico interesse per lo Stadio di Tor di Valle. Ora il progetto dovrà essere vagliato nuovamente dal Consiglio Superiore dei Lavori pubblici che, in occasione della prima versione, aveva avanzato talmente tante riserve da costringere i progettisti a rifare da capo il progetto. 
Mentre, quindi, da una parte il Comune comunque segna due caselle fondamentali - Ponte dei Congressi e avvio dell’iter della variante urbanistica sul progetto Stadio di Tor di Valle - Pallotta manda messaggi chiari: basta con i giochini, in sostanza. E lamenta anche le spese sostenute - un argomento sensibile visto che ogni volta che si chiede una modifica a una tavola o a una relazione significa pagare profumatamente il progettista - sin qui: fra 60 e 70 milioni per non aver ancora spostato neanche un sassetto. 
I termini di legge, però, sono perentori e, tutto sommato, il Campidoglio al momento sta correndo piuttosto velocemente: il 15 marzo sono state consegnate in Comune le planimetrie del progetto aggiornate con le prescrizioni emanate dalla Conferenza di Servizi del 5 dicembre 2017 e meno di 30 giorni dopo, il 12 aprile, si apre l’iter di variante. Purtroppo, 60 giorni sono bloccati per legge, 30 di pubblicazione e 30 per le osservazioni. 
E, infatti, a Pallotta risponde l’assessore allo Sport del Comune, Daniele Frongia, a RadioRadio: “La variante urbanistica arriverà in aula tra giugno ed agosto”, dove giugno è possibile solo qualora arrivassero pochissime  osservazioni da parte dei cittadini. “Noi seguiamo ciò che è previsto dalla legge con i suoi tempi. C’è l’interesse comune di anticipare i tempi e questo deve essere un elemento positivo. Io rispetto l’interesse del privato che ha delle aspettative e le porta avanti facendo pressione alle istituzioni, io non ci trovo nulla di male”.


venerdì 6 aprile 2018

STADIO AL RUSH FINALE: (QUASI) PRONTA LA VARIANTE URBANISTICA



La variante urbanistica per lo Stadio della Roma di Tor di Valle si avvicina sempre di più. Dopo la notizia che Il Tempo ha anticipato nei giorni scorsi dell’accordo raggiunto fra Campidoglio e proponenti - niente Ponte di Traiano ma nuovi disegni sugli accessi alla via del Mare/Ostiense unificata sia dal Raccordo che dal futuro Ponte dei Congressi al “costo” di 3,5 milioni di euro coperti dalla rinuncia alla copia delle tribune dell’ippodromo - “consacrato” in una riunione interna ristrettissima cui hanno partecipato il direttore generale, Franco Giampaoletti, e i direttori dei dipartimenti Urbanistica, Cinzia Esposito; Lavori Pubblici, Fabio Pacciani; e Mobilità, Gianmauro Nardi, ora il Comune si sta muovendo il più in fretta possibile per procedere con la pubblicazione dell’intero dossier “a fini urbanistici”. 
L’obiettivo è quello di arrivare alla pubblicazione vera e propria entro la fine della settimana entrante, più probabilmente entro la metà della stessa, mercoledì 11 o giovedì 12. 
Siamo alle limature finali, alla raccolta delle ultime cartelle e tavole prima del grande balzo: dal giorno della pubblicazione inizierà l’iter la cui conclusione è prevista per la metà di luglio. 
Prima 30 giorni in cui le carte - l’intero dossier come modificato dalle prescrizioni della Conferenza di Servizi di novembre/dicembre scorso con il verbale di chiusura della Conferenza stessa - saranno pubblicate, poi altri 30 per consentire a cittadini, associazioni e comitati di poter presentare i loro emendamenti al progetto (tecnicamente “osservazioni”), quindi altri 30 per gli uffici per predisporre l’istruttoria con il parere su ogni osservazione presentata (tecnicamente “controdeduzioni”). Terminati questi tre mesi, si andrà al voto in Aula Giulio Cesare dove i Consiglieri comunali dovranno votare su ogni singola “osservazione con controdeduzione” presentata per poi procedere al voto finale. Dopo il voto, se qualche osservazione fosse stata accolta sarà necessario riscrivere le carte progettuali inserendo le modifiche accettate, dopo di che si trasmetterà tutto in Regione per l’ultimo passaggio, la determina di Giunta con cui si dà esecuzione alla variante che diventa effettiva. Se nessuna osservazione sarà accolta, si passerà direttamente in Regione. 
A latere, mentre ci sono questi tempi morti sull’iter della variante, proponenti e Campidoglio lavoreranno al testo della Convenzione Urbanistica (l’importantissimo contratto fra pubblico e privato che regola ogni aspetto della costruzione dell’impianto) che dovrà essere ratificato dal voto del Consiglio: si punta a votare le controdeduzioni e la Convenzione nelle stesse sedute per non perdere ulteriore tempo. 
Compiuto questo duplice passaggio - controdeduzioni alla variante e convenzione - la Roma avrà in mano i titoli per iniziare le prime opere (bonifiche, archeologia) e, contemporaneamente, per procedere con le gare europee per le opere di interesse pubblico (via del Mare/Ostiense, ponti ciclopedonali, fosso del Vallerano, pontili, videosorveglianza, parco fluviale). Gare che difficilmente porteranno via meno di un semestre per essere assegnate. Se tutto va bene, quindi, e a netto di possibili ricorsi, sarà necessario pazientare un anno per vedere, entro la prossima primavere, la posa della prima vera pietra dello Stadio. 

domenica 1 aprile 2018

IL "TESORETTO" DELLO STADIO


Alla città, i circa 25 km di fogli di carta che costituiscono il progetto Stadio consegneranno opere pubbliche alcune delle quali - l’unificazione della via del Mare con la via Ostiense e la messa in sicurezza idraulica del Fosso del Vallerano e dell’Acqua Acetosa - sono attese da decenni. Alla Roma, lo Stadio può consegnare un tesoro di oltre una cinquantina di milioni di euro l’anno. Almeno, una cinquantina. 
Il raffronto lo si può fare solo con la Juventus, unica altra squadra ad avere un impianto di proprietà. Un iter, per la Juventus, partito nel lontanissimo dicembre 1994, passato per ben due varianti urbanistiche e conclusosi con la partita inaugurale l’11 settembre 2011, dopo ben 16 anni e 9 mesi. Nel bilancio 2010/2011 la Juventus, che quell’anno giunse settima dietro proprio la Roma, segnava 153,9 milioni di euro di entrate. L’anno dopo, le entrate erano salite a 195,4 milioni, con un più 41,5 milioni di euro. L’ultimo bilancio bianconero (2016/2017) segna 405,7 milioni di entrate: 251,8 milioni in più rispetto al 2010/2011 con un vertiginoso aumento del 163% e con una media di 42 milioni di euro di maggiori entrate ogni anno. Attenzione: non sono le entrate da calciomercato ma sono le entrate da tre fonti diverse: Stadio con bigliettazione e pubblicità; diritti Tv; merchandising. L’apporto dello Stadio viene normalmente “pesato” per il 14% delle entrate totali, circa 58 milioni sui 405 dell’ultimo anno (28% il merchandising e 58% i diritti tv). 
Considerando che lo Stadio di Tor di Valle sarà più grande dell’Allianz di Torino si può ritenere che le entrate per la società giallorossa possano essere anche più consistenti di quelle juventine, anche perché la Roma, insieme allo Stadio, edificherebbe una parte commerciale che la Juventus non ha (e sta cercando di avere) e che produrrebbe risorse aggiuntive. Al netto del tema della cessione dei diritti sul nome del futuro impianto che significa enormi flussi di denaro ogni anno per lunghi periodi. 
Infine, se effettivamente la Roma riuscirà a completare lo Stadio nei tempi previsti (26-28 mesi dopo la posa della prima pietra prevedibile, a oggi, per la primavera del prossimo anno), questo significherebbe che la società di Pallotta “recupererà” 6 anni sul tempo che è occorso ai bianconeri per costruire il loro impianto. Economicamente, sono 300 milioni di euro buoni. 

STADIO, SI PARTE CON LA VARIANTE URBANISTICA




Ci siamo: probabilmente entro la fine della prossima settimana (al massimo entro una decina di giorni) inizierà l’iter che porterà all’approvazione della variante urbanistica sul progetto della Roma di costruire il suo stadio a Tor di Valle, con la “pubblicazione a fini urbanistici” dell’intero dossier Stadio. La notizia trapela dai corridoi del Campidoglio: le carte che i proponenti hanno presentato in Comune lo scorso 15 marzo - e di cui Il Tempo ha dato notizia in esclusiva - dovrebbero essere sufficienti a far iniziare il percorso.

SCIOLTO IL NODO PROCEDURALE
Risolto anche il problema delle procedure da seguire. In Campidoglio c’era una corrente di pensiero che riteneva necessario sottoporre l’intero dossier Stadio, così come modificato dalla prescrizioni della Conferenza di Servizi, a un primo voto di adozione del Consiglio comunale. E solo dopo questo, procedere con la pubblicazione degli atti. 
L’altra corrente di pensiero, invece, prevedeva di procedere subito con la pubblicazione degli atti, sfruttando le norme dell’ultima legge finanziaria sulla Conferenza di Servizi. 
Alla fine, quindi, si parte direttamente con la pubblicazione degli atti.

NUOVE MODIFICHE AL PROGETTO
L’ultimo accordo col Campidoglio prevede di fatto l’addio al Ponte di Traiano che sarà sostituito da interventi più “pesanti” sulla via del Mare/Ostiense, soprattutto, sugli svincoli con il Raccordo e il Ponte dei Congressi. Una modifica piuttosto onerosa che potrebbe comportare l’addio alla riproduzione della sezione delle Tribune dell’ippodromo inizialmente ipotizzata.

TRE MESI DI ATTESA
L’iter, a questo punto, prevede che il dossier Stadio con le sue ultime modifiche insieme al verbale finale della Conferenza di Servizi sia pubblicato “a fini urbanistici”. In sostanza, per 30 giorni, rimarrà affisso all’albo pretorio del Comune affinché chiunque ne possa prendere visione. Dopo questi 30 giorni, ne scatteranno altri 30 che la legge dispone a favore di chi - associazioni, comitati, cittadini - voglia presentare “osservazioni” al testo, vale a dire, per semplificare, modifiche e emendamenti al progetto. Trascorso anche questo mese, gli uffici del Dipartimento Urbanistica del Campidoglio prenderanno tutte le osservazioni pervenute e per ciascuna di esse predisporranno una risposta, in gergo tecnico “controdeduzione”. Le osservazioni possono essere accolte, determinando quindi una modifica del progetto, oppure respinte. In questo caso, il “no” dovrà essere accompagnato da idonea motivazione. 

FINALMENTE IL VOTO
Tre mesi, quindi, di attesa. Facendo dei conti, nella prima decade di luglio, si potrebbe andare in Consiglio comunale per il voto su ogni singola osservazione. A quel punto, con l’assenso dell’Assemblea Capitolina, l’iter di variante urbanistica sarà quasi del tutto completato. 

ULTIMI PASSAGGI
Se alcune osservazioni venissero accolte, si aprirebbe la necessità di riscrivere le parti del progetto modificate in questo modo. Qualora, invece, venissero tutte respinte, il progetto andrebbe bene così com’è. L’ultimo passaggio è la trasmissione di tutto questo enorme verbale - progetto, verbale della Conferenza di Servizi, osservazioni e controdeduzioni, voto finale - in Regione. Sarà infatti la Regione Lazio, con propria Delibera di Giunta, a rendere effettiva e operativa la variante al Piano regolatore. Tempi prevedibili ad oggi: verso ferragosto (salvo complicazioni).

LA CONVENZIONE URBANISTICA
Dopo il voto finale, al di là della conclusione formale dell’iter in Regione, occorrerà ancora una mesata per la redazione della Convenzione Urbanistica. Si tratta dell’atto più importante di tutto il processo: è il “contratto” che regola i rapporti fra i proponenti (la As Roma e il costruttore Luca Parnasi) e la controparte pubblica (il Campidoglio). Esso dovrà contenere la tempistica delle edificazioni, quale verrà realizzata prima, quale dopo.

PRIMA PIETRA
Parallelamente a questi atti burocratici, la Roma potrà, all’indomani del voto finale in Consiglio sulla variante, dare il via ad alcune procedure preliminari: bonifica dall’amianto e dagli ordigni bellici, scavi archeologici, demolizione dell’ippodromo. Poi si andrà, almeno per le opere di interesse pubblico, a gara europea. Salvo complicazioni, quindi, è ragionevole ipotizzare la vera prima pietra per la primavera del prossimo anno.